La GMM 2015: Sapientia cordis -
"Io ero gli occhi per il cieco, ero i piedi per lo zoppo" (Gb 29,15)
Il tema della XXIII Giornata Mondiale del Malato invita la
comunità cristiana a chiedere al Signore il dono della sapienza del cuore.
Questa sapienza non è una conoscenza teorica, astratta, frutto
di ragionamenti. È un atteggiamento infuso dallo Spirito Santo che rende capaci
di aprirsi alla sofferenza dei fratelli e riconoscere in essi l’immagine di
Dio, divenendo «occhi per il cieco» e «piedi per lo zoppo». E' dono della
capacità di uscire da sé verso il fratello, senza giudicarlo.
L’esigenza di chiedere a Dio questo dono si fa ancora più forte
quando la malattia bussa alla porta e fa sentire la sua scomoda voce. E il dono
della Sapienza del cuore fa riconoscere nella Croce di Gesù l'atto supremo di
solidarietà di Dio con noi. Illuminate da questa Sapienza, anche le persone
immerse nel mistero della sofferenza e del dolore, accolto nella fede, possono
diventare testimoni viventi di una fede che permette di abitare il tempo della
sofferenza uniti all'amore di Cristo.
Ogni comunità cristiana è invitata a trovare i modi opportuni
per esprimere, nella Giornata a loro dedicata, la propria vicinanza ai malati e
ai diversamente abili. Le proposte diocesane non intendono e non possono
sostituire le iniziative nelle parrocchie e unità pastorali. Esse sono, semmai,
opportunità per aiutare a ravvivare la carità e crescere in spirito di
preghiera, incoraggiati dall'esempio di Papa Francesco.
E' il momento nel quale la Comunità cristiana della Diocesi,
riunita attorno al suo Vescovo, prega in favore dei sofferenti.
Nel medesimo tempo è occasione nella quale i cristiani ammalati, disabili,
sofferenti si riuniscono per offrire la propria preghiera e la propria vita per
invocare dal Signore e da Maria le grazie necessarie alla Chiesa per vivere in
modo autentico e fedele la propria missione.
La visita agli infermi, specialmente a coloro che a ragione
della loro condizione di salute risultano istituzionalizzati, è atto squisito
di carità pastorale. Essa «rimane un capitolo importante della pastorale. Chi
ha visto il prete venire a visitare un suo familiare, nutre facilmente verso
quel prete riconoscenza e affetto; una famiglia invece che si sente trascurata,
difficilmente potrà superare un atteggiamento di indifferenza» (Luciano Monari,
Lettera pastorale "Tutti siano una cosa sola", 2010, n. 44).
Perché una Giornata Mondiale del Malato
Non sarebbe sensata una Giornata all'anno per l'ammalato, se non
divenisse strumento e occasione per favorire un'attenzione quotidiana della
Chiesa a chi è sofferente e a chi se ne prende cura, sostenendoli con la
propria carità ed affidandoli a Dio per Maria.
Sarebbe insensata una Giornata all'anno per il malato, se non
fosse un modo per rimotivare il credente che soffre a vivere ogni suo giorno in
comunione con il Cristo, il quale ha sofferto nella Sua vita terrena offrendo
se stesso sulla croce, ed ancora oggi nuovamente patisce delle nostre
sofferenze «a favore del suo corpo che è la Chiesa» (vd Mt 25,40 e Col 1,24).
La celebrazione annuale della "Giornata Mondiale del
Malato" si propone perciò come obiettivi:
- di sensibilizzare il Popolo di Dio e, di conseguenza, le molteplici
istituzioni sanitarie cattoliche e la stessa società civile, alla necessità di
assicurare la migliore assistenza agli infermi;
- di aiutare chi è ammalato a valorizzare, sul piano umano e soprattutto su
quello soprannaturale, la sofferenza;
- di coinvolgere in maniera particolare le diocesi, le comunità cristiane, le
Famiglie religiose nella pastorale sanitaria;
- di favorire l'impegno sempre più prezioso del volontariato;
- di richiamare l'importanza della formazione spirituale e morale degli
operatori sanitari e, infine,
- di far meglio comprendere l'importanza dell'assistenza religiosa agli infermi
da parte dei sacerdoti diocesani e regolari, nonché di quanti vivono ed operano
accanto a chi soffre.
(Dalla Lettera Istitutiva della
della Giornata Mondiale del Malato del Beato Giovanni Paolo II
papa, del 13 Maggio 1992)