04/11/13

PIDOCCHI... NON PERDERE LA TESTA!

CHE COS’È LA PEDICULOSI?

  • La pediculosi è un'infestazione molto comune causata da piccoli insetti chiamati comunemente  pidocchi,  I pidocchi sono ectoparassiti, specie-specifici per l'uomo nei confronti del quale si comportano come veri e propri "predatori di sangue". L'uomo può essere parassitato da 3 sottospecie di pidocchi: 
  • Pediculus Humanus varietà Capitis (pidocchio del capo
  • Pediculus Humanus varietà Corporis (pidocchio del corpo
  • Pthirus Pubis (pidocchio del pube, "piattola").



I pidocchi sono parassiti che si cibano di sangue umano (solenofagi) prelevandolo dal derma, grazie all'apparato boccale di cui sono dotati. Dopo essersi ancorati all'epidermide con i denti, fanno penetrare nel derma gli stiletti, che si orientano verso un vaso sanguigno, lo perforano e danno così avvio alla nutrizione.

La saliva che l'insetto riversa nella ferita è antigenica; conseguentemente il tessuto reagisce con una reazione infiammatoria, che si esprime con prurito e dermatite. I pidocchi dipendono completamente dall'ospite sia per la nutrizione che per il calore; infatti possono sopravvivere fuori dal corpo umano solo pochi giorni; le ninfe (giovani ancora non in grado di riprodursi) invece resistono a temperatura ambiente sino a 10 giorni.

Una corretta informazione sulla reale natura della pediculosi è indispensabile per affrontarla e trattarla senza ingiustificati timori; un approccio troppo allarmistico o ansioso da parte della famiglia, infatti, può causare problemi relazionali di una certa entità nei bambini interessati dall’infestazione.

La pediculosi riguarda principalmente i bambini dai 4 ai 12 anni, soprattutto nei periodi in cui trascorrono del tempo a stretto contatto con loro coetanei. Dunque non soltanto durante l’anno scolastico ma anche, ad esempio, nel corso di vacanze trascorse in colonie o campeggi estivi per l’infanzia.

L’infestazione da pidocchi non è segno di scarsa igiene personale e può interessare soggetti di qualunque fascia sociale; tuttavia, questa semplice verità talvolta è difficile da accettare per le famiglie interessate, che vivono il problema come una vergogna, un marchio indelebile che segnerà irrimediabilmente il bambino nella sua futura vita di relazione.

Affrontare con tale apprensione una semplice parassitosi, che non ha nessuna conseguenza sulla salute, può spingere i bambini ad emarginare dal gruppo i compagni colpiti dall’infestazione, rischiando di provocare comportamenti dannosi sotto il profilo psicologico, in un’età molto delicata dal punto di vista dello sviluppo della personalità.

Un fenomeno correlato è quello dell’autoesclusione del bambino che ha avuto i pidocchi: si verifica cioè una sorta di estromissione volontaria dai giochi e dalle attività sociali, per vergogna di quanto successo e per timore di essere deriso, che può determinare problemi relazionali di una certa gravità. In ogni caso, ricordiamoci sempre che i bambini non hanno pregiudizi e che sono gli adulti a favorirne la comparsa.

È bene, perciò, nel caso in cui un compagno dei figli venga infestato dai pidocchi, che i genitori si astengano da commenti offensivi o colpevolizzanti, cercando anzi di minimizzare e sdrammatizzare, chiarendo che si tratta di un evento del tutto occasionale e fortuito, che non presenta alcun motivo di preoccupazione.

Questo non significa che non vada spiegata la dinamica di trasmissione, ma per nessuna ragione bisogna invitare il bambino a “stare lontano” dall’amico colpito: va invece sottolineato il fatto chedopo il primo trattamento non vi è più possibilità di propagazione.



Quando capita che la famiglia stessa non sia in possesso di informazioni corrette sulla reale natura del problema e sui modi di affrontarlo, il coinvolgimento delle strutture sanitarie e scolastiche diventa fondamentale. La distribuzione nelle classi di materiale divulgativo svolge la duplice funzione di informare e ridimensionare, sfatando vecchi miti e illustrando i più efficaci metodi di trattamento oggi a disposizione.

COME COMPORTARSI IN CASO DI PEDICULOSI?

  • Prima di tutto intervenire con l'applicazione di un prodotto farmacologico specifico contro i pidocchi.
  • Far seguire al trattamento farmacologico contro i pidocchi l’uso frequente di un pettine a denti molto fini per rimuovere le lendini non più vitali.
  • Controllare accuratamente ogni 2-3 giorni i componenti del nucleo familiare e le altre persone che possono essere entrate in stretto contatto con il soggetto infestato. Nel caso che il contagio sia avvenuto anche in un solo familiare, devono comunque essere trattati contemporaneamente anche tutti gli altri componenti del nucleo.
  • Lavare con acqua bollente i tessuti che il soggetto infestato può aver toccato nei due giorni precedenti il trattamento (indumenti personali, biancheria da letto, asciugamani).
  • Lavare pettini, spazzole e fermagli dopo averli immersi per 1 ora in acqua bollente con detersivo. Non utilizzare in comune pettini, spazzole, o cappelli.
  • Conservare in un sacchetto di plastica ben chiuso per due settimane gli oggetti o i giocattoli (ad es. animali di pelouche) che non possono essere lavati in acqua o a secco.

faq 

Cosa sono i pidocchi?

Sono piccoli insetti parassiti (2- 3 mm.) che si nutrono del sangue del loro “ospite”. Le specie che possono infestare gli esseri umani sono tre: i pidocchi del capo, del corpo e del pube. La prima specie è di gran lunga la più comune, e non è raro che nelle scuole o in altri ambienti comunitari, come colonie o campeggi estivi, si verifichino infestazioni tra i bambini.

I pidocchi possono “saltare” da una testa all’altra?

I pidocchi sono insetti privi di ali e incapaci di saltare. Riescono a spostarsi da una persona all’altra solo in caso di un contatto diretto fra le teste che duri almeno qualche secondo.

Essere infestati è sinonimo di carenza di igiene personale?

No. La presenza dei pidocchi non è assolutamente indicativa di scarsa pulizia: possono venirne colpite persone di qualunque estrazione sociale.

Quali sono i soggetti più esposti?

L’infestazione (pediculosi) è più frequente nei bambini dai 3 ai 12 anni. Le bambine sono più esposte a causa dell’abitudine di giocare in gruppetti, a stretto contatto fra loro e scambiandosi i giocattoli. La trasmissione, infatti, oltre che per contatto diretto può avvenire – anche se più raramente – anche tramite scambio di bambole, spazzole, pettini, sciarpe o cappelli.

Come si individua l’infestazione?

In caso si sospetti la presenza di pidocchi è necessario effettuare un controllo accurato del capo, in condizioni di buona illuminazione e di una lente d'ingrandimento. Soprattutto nelle zone dietro le orecchie e sulla nuca si possono trovare le lendini (uova): si tratta di involucri dalla forma di piccolissimi chicchi di riso biancastri (inferiori a 1mm), attaccati tenacemente alla base del capello. Più difficile riuscire a scorgere gli insetti adulti.

Cosa bisogna fare per eliminare il problema?

Una volta accertata l’infestazione è necessario applicare immediatamente uno specifico prodotto anti-pediculosi sui capelli asciutti e puliti e lasciarlo agire per il tempo indicato sulla confezione. Dopo aver risciacquato la testa è bene utilizzare un pettine a denti fitti per rimuovere le uova. L’intera procedura andrebbe ripetuta dopo una settimana, per avere la certezza di eliminare eventuali pidocchi nati dopo il primo trattamento.

Cosa si può fare per prevenire l’infestazione?

Non esiste un prodotto o un metodo efficace di prevenzione, se non quello di evitare, negli ambienti considerati a rischio, il contatto diretto fra testa e testa e lo scambio di effetti personali; per le bambine può risultare utile raccogliere i capelli. Attenzione, però, a non creare una controproducente “psicosi” da contagio.

È necessario disinfettare gli ambienti domestici in caso di infestazione?

No, perché i pidocchi sopravvivono solo 1-2 giorni lontani dalla testa “ospite”, e senza essere in grado di riprodursi.

Si possono prendere i pidocchi nuotando al mare o in piscina?

No. I pidocchi che eventualmente si siano staccati dalla testa di un nuotatore non sarebbero in grado di trasmettersi ad un altro soggetto. Viceversa, però, stare a lungo in acqua, immergendosi anche con la testa, non è da considerare un metodo efficace per sbarazzarsi dei pidocchi, in quanto gli insetti adulti possono sopravvivere fino a quattro ore se immersi completamente in acqua.

Il soggetto colpito deve rimanere isolato a lungo?

No. Se si sono seguite le corrette procedure, il bambino può tornare a scuola il giorno successivo al primo trattamento.

I pidocchi sono veicoli per la trasmissione di altre malattie?

No. La pediculosi del capo non ha nessuna conseguenza sulla salute, non essendo il pidocchio in grado di trasmettere agenti infettivi da un soggetto all’altro.

Gli animali domestici possono portare i pidocchi?

No. Il pidocchio del capo può vivere esclusivamente sugli esseri umani e, viceversa, le specie “ospitate” dagli animali non si possono trasmettere all’uomo.