L’ecografia infermieristica è
ormai una realtà sdoganata da ciò che era una prerogativa esclusivamente medico
specialistica.
Da parte degli Infermieri questa
metodica non è correlata alla formulazione di una diagnosi ma è un utile aiuto
alle tecniche assistenziali personalizzate dirette al paziente, vero centro
dell’attenzione.
Attraverso questi corsi organizzati
da Collegio provinciale IPASVI di Ragusa e Nucleo provinciale CIVES di Ragusa e
svoltisi a Comiso il 18 e 19 febbraio c.a. e corsi simili, si vuole far
conoscere nell’ambito professionale, la potenzialità di una tecnica che
permette di risparmiare sofferenza al paziente, permette di ridurre i costi ed
i tempi di metodiche routinarie aumentando il rapporto efficacia/efficienza.
Ci sono alcuni
infermieri che collaborano attivamente affinchè questo percorso sia compiuto e
non si tratta di categorie ben definite ma è un chiaro esempio di trasversalità
professionale, dove si mettono in comune le conoscenze acquisite al fine di
formare una mentalità che non debba essere settoriale ma riesca a fornire
strumenti diversificati a seconda dell’utilizzo.
Ma quali sono
le metodiche che possono trarre beneficio dall’introduzione della tecnologia
ultrasonografica?
Si può
verificare, attraverso l’esplorazione ecograficavescicale, se il paziente è anurico o meno (non
sempre palpatoriamente ciò è possibile) potendo, in tal modo, indirizzare il
paziente ad un percorso diagnostico più idoneo al caso ed evitando cateterismi
vescicali inutili e dolorosi.
Verificando
attraverso l’ecoscopia se l’urina, contenuta in vescica, possa essere limpida o
meno, si può anticipare se il cateterismo
vescicale sarà o meno difficoltoso, se nella vescica vi sia la possibile
presenza di coaguli da evacuare, predisponendo, perciò, un cateterismo con un
catetere vescicale ad hoc evitando di sottoporre il paziente ad inutili e
ripetute manovre.
Si può
procedere a punture di vasi non reperibili con la tecnica blind,
all’incannulamento attraverso l’uso di dispositivi quali PICC o MIDLINE,
procedere al semplice prelievo per campionamento ematico ( venoso/arterioso)
quando non è più possibile il repere vascolare in pazienti obesi, sottoposti a
chemioterapia o con patologie concomitanti che rendano il patrimonio venoso
periferico non fruibile.
L’ ecografia è
utilizzata nei mezzi di soccorso, anche da personale infermieristico, per
verificare, attraverso un particolare metodica chiamata eco-fast la presenza o
meno di versamenti ematici intra addominali che potrebbero essere espressione
di un’ emorragia interna.
Questi sono
solo alcuni aspetti di ciò che l’ecografia infermieristica può permettere di
esplorare, ma ciò non è frutto di scienza infusa ma è il risultato di infermieri
che faticano giornalmente sia per l’acquisizione di una buona conoscenza
anatomica e, parallelamente, di una buona conoscenza della fisica e della
tecnica ultrasonica.
A dare maggior
apporto scientifico a tutto questo possiamo ricordare l’apertura del MEPIO,
master in Metodiche Ecoguidate Per Infermieri e Ostetriche, c/o l’ Università di Torino della durata di
un anno accademico dove si mette a disposizione del discente la conoscenza dei
vari tipi di ecografia da parte di professionisti che operano attivamente nel
campo dell’ecografia.
L’infermiere in
tale contesto, NON FORMULA UNA DIAGNOSI ma raccoglie semplicemente segni ed
informazioni che, altrimenti, non si potrebbero ottenere in quanto l’utilizzo
dell’ecografo sarà una tecnologia che permetterà ad una professione di “vedere”
meglio organi ed apparati altresì nascosti.
Per il corso
svoltisi a Comiso è stata interpellata la SIMEU (Società Italiana di Medicina
d’Emergenza e Urgenza) che possiede un’unità infermieristica dedicata
all’ecografia e che si occupa, in tutta Italia da almeno otto anni, di tenere
corsi esclusivamente infermieristici per la divulgazione e la pratica dell’ecografia.
Gli istruttori
Guido Borasi (da Torino) e Luca Romei (da Castelnuovo di Garfagnana LU) hanno formato quasi 50
infermieri provenienti dalla Sicilia e regioni limitrofe, che saranno
l’avanguardia di professionisti siciliani che verranno formati per poter
rispondere efficacemente ai bisogni, sempre crescenti e sempre più complessi,
della popolazione in un ambito di crescita professionale; questo assume
maggiore importanza in un contesto sanitario dove i tagli economici sono sempre
maggiori in contrapposizione a richieste di assistenza sempre più qualificate.
Piena soddisfazione degli organizzatori, Gaetano Monsù Presidente IPASVI Ragusa, Giuseppe Occhipinti Presidente CIVES Ragusa e Biagio Turtula Infermiere in servizio presso il PS di Comiso, in quanto ancora una volta gli Infermieri della provincia di Ragusa hanno saputo rispondere attivamente, attraverso l’acquisizione di una tecnologia avanzata, ad una richiesta di professionalità con lo sguardo rivolto al benessere del paziente.
Piena soddisfazione degli organizzatori, Gaetano Monsù Presidente IPASVI Ragusa, Giuseppe Occhipinti Presidente CIVES Ragusa e Biagio Turtula Infermiere in servizio presso il PS di Comiso, in quanto ancora una volta gli Infermieri della provincia di Ragusa hanno saputo rispondere attivamente, attraverso l’acquisizione di una tecnologia avanzata, ad una richiesta di professionalità con lo sguardo rivolto al benessere del paziente.
La Sicilia del 22 febbraio 2014 |
"Giornale di Sicilia" del 23 febbraio 2014 |