21/02/14

COMISO 18 – 19 FEBBRAIO, SVOLTI PER LA PRIMA VOLTA IN SICILIA CORSI DI ECOGRAFIA APPLICATA PER INFERMIERI

L’ecografia infermieristica è ormai una realtà sdoganata da ciò che era una prerogativa esclusivamente medico specialistica.
Da parte degli Infermieri questa metodica non è correlata alla formulazione di una diagnosi ma è un utile aiuto alle tecniche assistenziali personalizzate dirette al paziente, vero centro dell’attenzione.
Attraverso questi corsi organizzati da Collegio provinciale IPASVI di Ragusa e Nucleo provinciale CIVES di Ragusa e svoltisi a Comiso il 18 e 19 febbraio c.a. e corsi simili, si vuole far conoscere nell’ambito professionale, la potenzialità di una tecnica che permette di risparmiare sofferenza al paziente, permette di ridurre i costi ed i tempi di metodiche routinarie aumentando il rapporto efficacia/efficienza.
Ci sono alcuni infermieri che collaborano attivamente affinchè questo percorso sia compiuto e non si tratta di categorie ben definite ma è un chiaro esempio di trasversalità professionale, dove si mettono in comune le conoscenze acquisite al fine di formare una mentalità che non debba essere settoriale ma riesca a fornire strumenti diversificati a seconda dell’utilizzo. 

Ma quali sono le metodiche che possono trarre beneficio dall’introduzione della tecnologia ultrasonografica?
Si può verificare, attraverso l’esplorazione ecograficavescicale,  se il paziente è anurico  o meno (non sempre palpatoriamente ciò è possibile) potendo, in tal modo, indirizzare il paziente ad un percorso diagnostico più idoneo al caso ed evitando cateterismi vescicali inutili e dolorosi.
Verificando attraverso l’ecoscopia se l’urina, contenuta in vescica, possa essere limpida o meno, si può  anticipare se il cateterismo vescicale sarà o meno difficoltoso, se nella vescica vi sia la possibile presenza di coaguli da evacuare, predisponendo, perciò, un cateterismo con un catetere vescicale ad hoc evitando di sottoporre il paziente ad inutili e ripetute manovre.

Si può procedere a punture di vasi non reperibili con la tecnica blind, all’incannulamento attraverso l’uso di dispositivi quali PICC o MIDLINE, procedere al semplice prelievo per campionamento ematico ( venoso/arterioso) quando non è più possibile il repere vascolare in pazienti obesi, sottoposti a chemioterapia o con patologie concomitanti che rendano il patrimonio venoso periferico non fruibile.
L’ ecografia è utilizzata nei mezzi di soccorso, anche da personale infermieristico, per verificare, attraverso un particolare metodica chiamata eco-fast la presenza o meno di versamenti ematici intra addominali che potrebbero essere espressione di un’ emorragia interna.
Questi sono solo alcuni aspetti di ciò che l’ecografia infermieristica può permettere di esplorare, ma ciò non è frutto di scienza infusa ma è il risultato di infermieri che faticano giornalmente sia per l’acquisizione di una buona conoscenza anatomica e, parallelamente, di una buona conoscenza della fisica e della tecnica ultrasonica.

A dare maggior apporto scientifico a tutto questo possiamo ricordare l’apertura del MEPIO, master in Metodiche Ecoguidate Per Infermieri e Ostetriche,  c/o l’ Università di Torino della durata di un anno accademico dove si mette a disposizione del discente la conoscenza dei vari tipi di ecografia da parte di professionisti che operano attivamente nel campo dell’ecografia.

L’infermiere in tale contesto, NON FORMULA UNA DIAGNOSI ma raccoglie semplicemente segni ed informazioni che, altrimenti, non si potrebbero ottenere in quanto l’utilizzo dell’ecografo sarà una tecnologia che permetterà ad una professione di “vedere” meglio organi ed apparati altresì nascosti.
Per il corso svoltisi a Comiso è stata interpellata la SIMEU (Società Italiana di Medicina d’Emergenza e Urgenza) che possiede un’unità infermieristica dedicata all’ecografia e che si occupa, in tutta Italia da almeno otto anni, di tenere corsi esclusivamente infermieristici per la divulgazione e la pratica dell’ecografia.

Gli istruttori Guido Borasi (da Torino) e Luca Romei (da Castelnuovo di Garfagnana LU) hanno formato quasi 50 infermieri provenienti dalla Sicilia e regioni limitrofe, che saranno l’avanguardia di professionisti siciliani che verranno formati per poter rispondere efficacemente ai bisogni, sempre crescenti e sempre più complessi, della popolazione in un ambito di crescita professionale; questo assume maggiore importanza in un contesto sanitario dove i tagli economici sono sempre maggiori in contrapposizione a richieste di assistenza sempre più qualificate.

Piena soddisfazione degli organizzatori, Gaetano Monsù Presidente IPASVI Ragusa, Giuseppe Occhipinti Presidente CIVES Ragusa e Biagio Turtula Infermiere in servizio presso il PS di Comiso, in quanto ancora una volta gli Infermieri della provincia di Ragusa hanno saputo rispondere  attivamente, attraverso l’acquisizione di una tecnologia avanzata, ad una richiesta di professionalità con lo sguardo rivolto al benessere del paziente.
La Sicilia del 22 febbraio 2014

"Giornale di Sicilia" del 23 febbraio 2014

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